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Pregi, limiti e prospettive di un modello vincente
Una formula molto praticata in Internet con successi, a quanto pare, lusinghieri.
Mi sembra ieri che a torme di “navigatori” non parve vero potersi appropriare a sbafo di un considerevole numero di programmi.
Certo, come in tutte le cose di fresca sperimentazione, gli inizi non si rivelarono dei più invitanti. Dopo aver scaricato un qualcosa di sapientemente annidato tra miriadi di loghi commerciali, lo smanettone di turno non ci metteva molto a realizzare che, all’atto pratico, l’”offerta” non consentiva di realizzare cose molto al di là di quanto ottenibile dalle agendine date in omaggio col fustino del detersivo. Poi le cose cambiarono e fu un vero e proprio diluvio di creazioni che, spaziando dal fotoritocco al bilancio familiare e dall’antivirus all’avveniristico editor, avrebbero fatto la felicità anche del più esigente pappatutto a costo zero. Un autentico Eden, se si esclude qualche peccatuccio veniale indissolubilmente legato al gentile omaggio; come, ad esempio, certi c. di spyware che non ti lasciano più vivere ogniqualvolta vai a mettere mano alla posta elettronica.
Seguirono a ruota numerosi studi legali dichiarandosi dispostissimi a fornire il più alto numero di consigli senza far scucire nemmeno un euro a chi si trovava all’altro capo del tubo catodico. Ad onor del vero di assolutamente gratuito c’erano solo edizioni di vetusti “quattro codici” il cui arduo smercio ha sempre procurato i peggiori mali di stomaco ai titolari delle bancarelle. Per il resto tutto era affidato ad un riquadro dove ciascuno aveva facoltà di autosputtanarsi compitando oculate sintesi dei i c. propri; tutte memorie destinate all’oblio, a meno che ci si decidesse a più proficui contatti con la fauna avvocatizia acquattata nel sito.
Potevano passare da arretrati gli operatori del settore sanitario? Digitando su di un qualsiasi motore di ricerca si potè godere il piacere della più elettrizzante navigazione nel mare magnum della farmacopea digitale. Perché sobbarcarsi estenuanti anticamere dal medico di base quando basta pigiare il tasto giusto sul primo PC che capita sotto mano? E poi, vogliamo sottovalutare l’intimo piacere offerto dalle cure fai da te? Né mi sembra il caso di malignare, come pure ha fatto chi, mascherando la propria refrattarietà alle godurie di questa nuova frontiera, ha ipotizzato improbabili connessioni tra l’avvento delle autoterapie e la comparsa degli erogatori di tiket nelle farmacie.
Non poteva mancare, l’immissione in rete di quotidiani come “Metro”, City”, “Leggo” & c., con servizi che occupano, rispetto alla pubblicità incorporata, uno spazio analogo a quello che Botero riserverebbe al tanga del fondo schiena nelle sue ciccione. Nessuno, anzi, mi toglierà dalla testa che il successo dello stringato linguaggio in SMS debba non poco allo stile giornalistico tipico di siffatte testate. Intendiamoci! Non vuole essere questa una critica negativa a fogli che, soppesati con un minimo di equità, presentano pur sempre pregi sconosciuti ai canali della TV nazionale, che, a parità di stacchi pubblicitari, s’intestardisce a mantenere il canone senza demordere dal somministrarci autentiche porcherie (che andrebbero sintetizzate fino allo striminzimento ed è invece raro che non le dilatino fino a ricavarne quindici/venti puntate).
Il miraggio della gratuità non ha risparmiato nemmeno i condomìni.
C’è da rifare l’ascensore? Occorre riparare il sottotetto? Metano e gasolio vanno alle stelle? No problem! Basta lasciar affiggere un appropriato tabellone sulla facciata cieca dello stabile ed il gioco è fatto. Per quanti transitano in strada si tratterà dell’ennesimo “pugno nell’occhio”, ma vuoi mettere la soddisfazione di starsene spaparacchiati in salotto liberi dalla scocciatura di scadenze legate alle quote millesimali? Qualora non bastasse, si potrebbe ancora ricorrere all’istallazione di qualche ripetitore; scelta che si rivelerebbe un autentico toccasana, specie qualora il palazzo risultasse abitato esclusivamente da inquilini.
“Gira e rigira”, osserverete, “c’è sempre di mezzo la pubblicità”. Verità sacrosanta! Anche se non è obbligatorio sbattercela sul muso come accade con le tette delle veline quando presentano l’ultimo grido in fatto di batterie da cucina. Talvolta la cosa è più subdola e discreta.
Avete mai sentito parlare di “copylift”? C’è un autore esordiente. Potrebbe rivelarsi interessante qualora non dovesse sottostare alle bibliche peripezie imposte dalle valutazioni delle case editrici. Provvisto di un’infarinatura di Word, compilato e riveduto il suo manoscritto, s’affretterà a spararlo in un apposito dominio personale. Chiunque potrà leggerslo e stamparselo senza rischiare di macchiarsi la condotta con equivoche frequentazioni di copisterie (v. recenti normative sui diritti d’autore). Se tutto va bene (ma è raro) sarà stato un buon pubblicitario di sé stesso. E non è detto che mancherebbe tra i suoi videoestimatori il tipo disposto a frugarsi le tasche per ordinare via e-mail l’opera successiva.
E’ un buon sistema, ma guai a lasciarsi prendere la mano dall’ingordigia.
Non manca chi butta in rete il capitolo n.1 e mette sotto chiave il resto del “manufatto”. Male! Molto male! E’ come se una professionista del sesso a pagamento dicesse a qualcuno. “te la faccio vedere e…te lo tocco. Poi,…se intendi continuare, dovrai scucire. Altrimenti…ciao e amici come prima!”.