I FESSI - Una fauna che non corre pericolo di estinzione
Difficile dare torto a quelli che auspicano radicali cambiamenti nel testo della Costituzione.
Hanno ragione da vendere. Qualora non ne foste convinti dovreste rileggervene l'esordio. Sì! Proprio quel punto in cui si parla di Repubblica fondata sul lavoro. Qualche dubbio che si tratti di basamenti pericolanti? L' intero materiale edilizio chiamato a reggere la struttura non è più quello di una volta. Occorre mettersi l'anima in pace e tentare di raccapezzarsi tra: occupazioni a tempo, ripartite, intermittenti, part-time e co.co.co.
I più si sono rassegnati (per necessità o per vizio) a non farsene una questione di vita o di morte e preferiscono vivere di espedienti. Al punto che, se qualche ipotetico fenomeno (del tipo farina del diavolo) dovesse causare l'improvvisa sparizione di agi, ricchezze ed abbigliamenti non riconducibili al sudore della (propria) fronte, molti si ritroverebbero di botto in mutande; per non parlare di quanti farebbero salire vertiginosamente gli straordinari della buoncostume.
Siamo in un paese dove, per vivere al di sopra delle possibilità offerte dal mercato del lavoro, non si può fare a meno di riferirsi all'unica, vera ed inesauribile fonte di ricchezza che si ha a disposizione: I FESSI.
Intruppati come sono in una molteplicità di varianti, risulta impossibile classificarli in rigide categorie. Prendete, allora, il seguito del discorso come un tentativo tirato giù alla buona per cercare di raccapezzarci alla meno peggio in questo variegato macrocosmo.
Fessi a denominazione d'origine controllata
Una casistica per la cui qualifica non si richiedono specifiche professionalità. Non è necessario, in altri termini, sottoporsi ad appositi addestramenti; tipo quelli impartiti agli uomini-bomba o ai più modesti raccattatori di siringhe. Per conquistarsi sul campo i galloni non si deve fare altro che rientrare alla sera accompagnati dalla consapevolezza di non essersi sottratti all'appostamento della fregatura quotidiana.
Sono discendenti d’una specie antica le cui tracce si perdono nella notte dei tempi, al punto da costituire autentici rompicapo per gli studiosi che proprio non riescono a raccapezzarsi sulle origini dell’homo simplicius; una specie destinata a lasciare, nella storia, abbondanti tracce della propria faticosa evoluzione.
Si torna a scavare tra le rovine di Pompei, e che ti salta fuori? Un paio di dadi truccati. Chi li usava aveva trovato il sistema di mettere d'accordo il pranzo con la cena senza sprecarsi troppo. A scaricare sui fessi il costo della vita provvedeva un solo granello di piombo occultato ad arte nei cubetti.
Sono secoli che leggi penali, una più rigorosa dell’altra, cercano di frapporre ostacoli alla proliferazione delle prese per il c. E con quali risultati? Prendetevi una volta il fastidio di andare a sbirciare tra le statistiche sciorinate dai magistrati quando s’inaugura l’anno giudiziario e sarete in grado di darvi da soli la risposta.
L’errore dei legislatori sta tutto nel fatto che s’intestardiscono a perseguitare i furbi; quando otterrebbero migliori risultati andando a castigare i fessi.
Prendiamo il fenomeno delle slot-machine. Chi te le installa è mica tanto sprovveduto da lasciarsi cuccare al primo controllo. Lo capirebbe chiunque che si dovrebbe far leva sui giocatori.
C’è il tizio che s’è già mangiato uno stipendio a forza di azionare il dannato mangiasoldi? Lo si convoca in questura per qualche banale formalità. Lo si impacchetta a dovere e lo si spedisce in una comunità (chiamiamola pure terapeutica) dov'è possibile disintossicarlo con sistemi copiati pari pari da L’arancia meccanica.
Ma come regolarsi con quanti ancora credono all’esistenza di Babbo Natale e della Befana?
Ditemi voi per quale c. di ragione certi siti Internet dovrebbero farsi in quattro al solo scopo di somministrarci gratis suonerie e loghi per il cellulare, pornofilm e, all’occorrenza, soluzioni ad hoc per ogni tipo d’esame. Quando poi arriva la bolletta, tutti pronti a gettare la croce sui dialer.
Scommetto che se vi si fermasse per strada col dichiarato intento di regalarvi un cd, non esitereste a subodorare l'imbroglio e ad affrettare il passo. Com’è, allora, che, posti davanti ad un monitor si diventa più allocchi del consentito? Dipenderà dall’innocua apparenza del marchingegno; circostanza che ce lo presenta meno insidioso di figli di puttana in carne ed ossa disseminati in ogni tratto di strada..
Sfruttiamola, allora, una buona volta questa tecnologia degli ultrapiatti ! E vediamo di schiaffarne lo schermo nella sagoma, anche solo a mezzo busto, d’un diavoletto che rechi, tra le corna, ed in più lingue (rispettiamo la società multietnica) il chiaro monito Se posso ti frego!
E con le televendite come la mettiamo?
Si potrebbero studiare forme di pubblicità fatte apposta per interrompere la pubblicità.
Esempio. Dopo quattro minuti che il teleimbonitore di turno ha attaccato a farci la predica.…Stop! Stacco pubblicitario. Spunta un cartone che somiglia sputato a Totò e che parla con la stessa voce della buonanima. Il pupazzo scrolla due volte la testa mentre agita il pollice all’indietro e, qual’ è la frase che tira fuori? La stessa che pronunciava nel ruolo dell'aspirante onorevole: "Ci credereste?…..Sì?…..E allora sapete che vi dico?…….."
Fessi a mezzo servizio
Sono, di norma, quanti dividono coscienziosamente l’esistenza tra dare e ricevere fregature.
E’ una patologia che colpisce esclusivamente i vip; segnatamente i magnati dell’industria e dell’alta finanza, senza trascurare capi di stato e rinomati condottieri.
Del tutto inutile affannarsi a rintracciare nell’alveo di siffatta tipologia nullatenenti, barboni e disoccupati. Niente esclude che possano diventarlo, ma solo ed esclusivamente dopo aver dato fondo alle manifestazioni tipiche di questo particolarissimo genere di morbo.
Volgendo lo sguardo al passato già intravedo una folla di personaggi, tutti più o meno celebri, che fanno a gomitate per conquistare la ribalta riservata alla tipologia. Impossibile non accontentarne qualcuno.
Vogliamo provare col povero Marcantonio? Mica un fessacchiotto qualsiasi. Tutt’altro! Basterebbe, a provarne l'astuzia, il contenuto del discorso messogli in bocca da Shakespeare nel necrologio di Cesare. Un intervento studiato e calibrato al punto da costringere i congiurati delle Idi di Marzo a fare le valigie in fretta e furia, per sottrarsi alle rappresaglie d'una plebaglia aizzata ad arte contro di loro.
Da condottiero di prim'ordine, s'era mostrato in grado di correre a ripristinare ovunque i diritti e, soprattutto, le pretese di Roma.
Non c'era pericolo che a qualcuno venisse la tentazione di tirare a fotterlo. Un celebre avvocato, che pure ci aveva provato, era stato costretto a desistere di brutto (leggere, per credere, il mio servizio su GLI SCASSAPALLE).
Dopo aver superato tutte le prove della furbizia, incontra Cleopatra e non tarda a passare, con armi e bagagli, dall'altra parte della staccionata.
Per prima cosa va ad inimicarsi l'erario della città eterna regalando all'amata un paio di province. Non contento della fesseria, ne commette una più grossa divorziando dalla sorella del suo socio. Beve (e non è da escludere che si faccia anche qualche canna). S'incazza per un nonnulla ed alla fine si precipita a misurarsi con la più grande potenza del tempo, pur sapendo di avere alle spalle un esercito che conta quanto l'asso di picche. Prende mazzate, ma insiste, fino a ridursi solo e disperato peggio d'una bestia. Prova a suicidarsi. Ci riesce a metà, e la penosa agonia che ne consegue gli lascia tempo sufficiente per dare la testa al muro continuando a ripetersi "Chi me l'ha fatta fare?"
Fessi ad oltranza
Hanno per caratteristica quella di risultare inconfondibili.
E' come se ce l'avessero stampato in fronte che sono dei predestinati.
Anche quando si ritrovano la fortuna dalla loro, non demordono. Tiè! Le assestano un calcione nel di dietro per poter correre liberi ed imperterriti all’appuntamento con la malasorte.
Il loro numero, a differenza di quanto accade per quelli a mezzo servizio, è decisamente esiguo. Tanto più che, nella maggioranza dei casi, non si tratta nemmeno di persone in carne ed ossa, ma di semplici figure allegoriche da impiegare a fini puramente didattici.
Prendiamo per buona la faccenda di Attilio Regolo; il console romano che avevano rispedito al mittente con proposte di pace.
Hai visto che il Senato da quell’orecchio proprio non ci sente. Bene! Ciò che dovevi fare l’hai fatto. Manda a quel paese entrambi i contendenti, getta la toga alle ortiche e vedi d’investire al meglio il ricavato della pensione.
Invece no! Nemmeno fosse l’ultimo degli andicappati se ne torna buono buono per dov’era venuto.
Mettetevi, ora, nei panni dei cartaginesi.
E’ l’ora di pranzo ed il capo di questa gente, alle prese con un cosciotto di agnello al forno, non riesce a nascondere sintomi di nervosismo. Avverte che la portata, quantunque salata e speziata al punto giusto, manca di qualcosa. Che volete? Non c'è ancora chi sia in grado di servirgliela con adeguato contorno di patatine fritte.
Ad accentuare l’inquietudine provvede un crescente rumoreggiare di folla dalla piazza sottostante.
Vuoi vedere che sta per scoppiare un’altra sollevazione?….. Con questi figli di puttana dei mercenari (v. Salambò n.d.r.) non sai mai come regolarti!
S’affaccia tutto imbufalito e che ti vede? Il console che, paludato a festa, procede lentamente tra due ali di scalmanati.
L’uomo del balcone cambia d’umore e comincia a fregarsi le mani dalla contentezza. Può mica immaginare che uno sia tanto pirla da ripresentarglisi al solo scopo di rispondere picche. Tanto è l'entusiasmo che nemmeno finisce l’agnello; si limita a tracannare una coppa di vino e corre incontro all’ambasciatore.
Allora, caro Regolo, dov’è che firmiamo la pace?
Quale pace? …Figurati!…Non se ne parla nemmeno!...... Vedi piuttosto di liberare i prigionieri ed affrettati a scucire i tributi con connessi arretrati, altrimenti i miei non ci penseranno due volte a venirvi a fare un c. così.
Quando si dice che uno i guai se li va proprio a cercare.
Quelli costretti a passare da fessi
C’è tanta gente in grado di ragionare. Tipi che se gli vai a proporre l’acquisto di elettrodomestici con minime comode rate, si fanno quattro conti e ti mandano a cagare senza tanti complimenti. Persone, per lo più, in grado di pianificare il proprio bilancio familiare (cosa che, con i tempi che corrono, richiede doti assolutamente fuori dal comune).
Capacissimi di fiutare a distanza le fregature, risultano perfettamente in grado di badare a sé stessi. Per cui è difficile ritrovarseli intruppati con i girotondini o tra i sottoscrittori delle iniziative di solidarietà in pro dei nonni orfani del Biafra.
Ciononostante, ci sono momenti in cui tutto congiura per far smarrire loro ciò che il sommo poeta definiva lo ben dell’intelletto. Tentativi messi in atto, puntualmente, nelle prime ore della giornata ed a sera inoltrata; vale a dire mentre si sfogliano i quotidiani o durante gli sproloqui dei mezzibusti televisivi.
Non ne siete convinti?
Prendiamo allora la recente campagna contro le armi irachene di distruzione di massa.
Oh! Mica uno scherzo! Roba che ha mobilitato, dentro e fuori dall’ONU, il fior fiore dei diplomatici (trascuro, per amor di patria le uscite degli opinionisti nostrani).
Chi più chi meno non c’era autorevole portavoce in grado di sottrarsi al dilemma tra l’immediata consegna degli arsenali di morte o l’invasione. E chi la voleva fare prima e chi la voleva fare dopo. E’ andata a finire che gli angloamericani si sono scatenati di brutto senza attendere visti, permessi o benedizioni.
Bon!
Ora, una volta attaccato, non fosse altro che per salvare la faccia, questo benedett’uomo di Saddam, qualche straccio di arma proibita avrebbe pure dovuto esibirla (anche a rischio di sottoscrivere un leasing con quanti avrebbero potuto fornirgliela). Invece niente! Ti attaccano Bassora e quello reagisce con qualche stitica scarica di fucileria. Bombardano Bagdad e l’unica reazione è quella d’un fuggi fuggi generale. Se la squagliano proprio tutti; al punto che, per tentare di recuperarne qualcuno, le teste d’uovo del Pentagono, da bravi discendenti di gagliardi vaccari attaccati al tresette, sponsorizzano un mazzo da poker con tanto di foto segnaletiche dei ricercati. E chi ti vanno a cuccare tra i primi? Il ministro della propaganda; un poveraccio che non aveva potuto fare a meno di affrettarsi a darsela a gambe per sottrarsi ad una gran figura di m.
Ne consegue che, tra le vittime del conflitto, non ci sono solo quei poveri cristi che ci hanno rimesso la casa o la pelle, ma intere legioni di teledipendenti occidentali, brutalmente coglionati prima durante e dopo le operazioni. Mentre un minimo di rispetto per la c.d. opinione pubblica avrebbe imposto, quanto meno, di raccattare un po’ di scarti dagli arsenali militari USA, depositarli nottetempo in qualche buca scavata alla bell’e meglio per farli scoprire il giorno dopo dagli addetti al rilevamento-mine.
Nemmeno questa soddisfazione!
Fessi stagionali
Abbondano tra i vacanzieri; dove c’è tanta gente con un cervello che proprio non regge agli effetti del solleone. Nelle località di villeggiatura lo sanno e s’affrettano a raddoppiare i prezzi (quest’anno, poi, non potranno fare a meno di quadruplicarli, visto che alla prima operazione ha già provveduto l’avvento dell’euro).
Tutto l’anno non senti altro che maledizioni all’indirizzo d’una fiscalità central-regional-periferico-circondariale che per otto mesi ci costringe a ruscare per lei (cosa che nemmeno il più montato dei faraoni).
Il tasso di disoccupazione (escluso quello degli addetti alle imprese delinquenziali e connesse pompe funebri) è tale da far rizzare i capelli e quanti, miracolosamente sfuggiti alle grinfie del co.co.co, ancora percepiscono tutto intero uno stipendio non sanno più come ripartirlo tra le scadenze in lista d’attesa. Pago la Telecom? E se mi tagliano la luce? Salderei il gas, ma c’è che mi scade l’assicurazione. La rata del frigorifero? La salderei, non ci fosse di mezzo la pigione di casa….
Arriva Luglio e tutto cambia, fino a proiettarci in una dimensione da favola; tipo Cenerentola, che smazzava in cucina tutto l’anno per quelle poco di buono delle sorellastre, ma quando arrivava il momento del ballo di corte, non c’erano santi capaci di trattenerla a grattarsi la testa tra scope e fornelli.
La zucca diventava una specie di Mercedes, le pezze al culo si trasformavano in capi firmati e, se avesse avuto i pidocchi, possiamo star certi che non avrebbero esitato a trasformarsi in piercing ed altri ornamenti griffati capaci di far schiattare d’invidia quelli del vicinato.
Nella realtà ciò che cambia è il finale.
E’ vero che, dopo aver folleggiato nella discoteca del castello, la creatura si ritrovava tale a quale a noi dopo Ferragosto; vale a dire: col c. per terra. C’era di buono, tuttavia, che la provvida fatina non s’era sognata di farle firmare un mucchio di cambiali sul noleggio dell’irrinunciabile armamentario.
Per chi invece vive fuori dai libri di fiabe, le rate, confinate un tempo nell’acquisto di elettrodomestici, hanno fatto in fretta a trasferirsi sui pacchetti-vacanze tutto compreso, all'insegna del Godi oggi; pagherai poi!
In tanti non ci pensano due volte prima di correre felici a riempirsi di debiti. Tanto…si spera…qualche santo provvederà. La soluzione, talvolta, finisce col dipendere dalle condizioni del trabiccolo impiegato per gli spostamenti, dalla quantità di alcool che l'autista è in grado di reggere, quando non dal carico di angurie che decide, all'improvviso, di farsi in autostrada quattro passi in libertà.
Fessi per finta
Io non sono mica tanto d’accordo con certi titoli sui giornali. Basta col vizio di mettersi sotto i piedi i termini della lingua italiana!
Prendiamo, ad esempio, la parola scandalo. Qualsiasi vocabolario ce la tradurrà come evento capace di turbare negativamente il comune senso dell'onestà, della morale o del pudore. E qui vi aspettavo!
Impossibile sottrarre la morale alle leggi della relatività.
Immaginatevi una vezzosa ragazzotta che, in pieno '800, se ne fosse andata a spasso con tanto di ombelico al sole. Sarebbe scoppiato un putiferio della madonna. Pulpiti e gazzette avrebbero fatto a gara nel condannare l'uscita della svergognata. I meno accaniti le avrebbero scoperto tare ereditate chissà da chi. Certo è che l'eventualità di ulteriori esibizioni si sarebbe rivelata ipotesi tra le più remote.
In un'epoca in cui ci si deruba o ci si rapina l'un l'altro con la stessa naturalezza impiegata nel disporsi a fare pranzo o merenda, ci vuole un bel coraggio a voler enfatizzare ad ogni costo la normalità.
Volete veramente scioccare il lettore? Occorre fiuto, signori! Lo scoop dovrete sudarvelo. E sono certo, che solo mettendo a dura prova la vostra professionalità, potreste, forse, con un pò di fortuna, raggiungere il successo scovando eventi degni di articoli a sei colonne, con titoli del tipo: "Recandosi in latrina vi rinveniva il portafoglio di chi s'era calato i calzoni prima di lui - 5000 Euro in contanti interamente restituiti". O, ancora, "Reiteratamente esortato, si ostinava a rifiutare la tangente - Quì non si fanno favoritismi! Sottotitolo: Il fanatico incastrato dalla telecamera - Tutti i particolari in cronaca".
Per intascarsi una stecca, direte, c'è bisogno di qualcuno disposto a consegnarla. E fin qui il discorso non fa una piega. Gli equivoci sorgono, semmai, quando si tira a tracciare una netta linea di demarcazione tra furbi e fessi.
Prendiamo, ad esempio, un caso tra i più recenti; quello delle tangenti legate allo scandalo di San Remo, dove pare si scendesse raramente al di sotto dei 50mila euro (sempre più difficile trovare chi sia disposto a passare per rubagalline n.d.r.).
Occorre un bel coraggio per parlare (come fa Il quotidiano di Genova) di sogni traditi dei giovani. Ma quali sogni? Quali giovani? Vorrei tanto sbagliarmi, ma sarei pronto a giocarmi la camicia che, in determinate circostanze, chi mette mano alla busta s’è fatto bene i propri calcoli. Capirei si fosse trattato di malati con l’urgenza d’un intervento all’ugola…., ma qui l’arte c’entra come i cavoli a merenda. O ci siamo scordati di quanto rende un CD alle sirene di casa nostra?
Fessi della domenica
Aleeeeee........Oh.....ohoooooo!
Al terzo riecheggiare dell’inquitante ululato la cappotta della macchina, dove tento invano di schiacciare un mezzo pisolino, viene raggiunta da una botta più forte di quelle che si davano nel medioevo con le mazze ferrate.
Penso, sulle prime, che qualcuno dei piani di sopra potrebbe aver deciso di farla finita. Esco e mi ritrovo ad un palmo dall’artefice del gesto. L’avrei ammazzato, se solo non mi fossi reso conto di trovarmi alle prese con una creatura che era l’esatta via di mezzo tra Frankestein ed uno zombi. Scamiciato, con lo sguardo tipico di chi è sotto profonda ipnosi e, cosa fin troppo intuitiva, lurido da fare schifo; un po’ perché indossava stracci che doveva aver estratto da qualche cassonetto, ma anche perché recava ben evidenti i segni lasciategli (con tutti i crismi della più genuina tribalità) da individui dell’opposta tifoseria.
Il paese trabocca di gente capace di mimetizzarsi nella normalità per sei giorni alla settimana, mentre attende con ansia la domenica per dare libero sfogo ad istinti mutuati dai canoni comportamentali della licantropia e pilotati dalla fessaggine primigenia.
Quando non ci scappano coltellate, sono morsi e botte che mettono a dura prova il fisico delle forze dell’ordine preposte alla difficile impresa di reinsaccarli nei bus con i quali sono arrivati.
Ripartono e la città respira.